Per la terza volta da quando i servizi divini sono ripresi, l’apostolo Camenzind ha visitato la comunità di Bellinzona. La visita non era prevista, ma l’apostolo ha dovuto rinunciare al suo viaggio in Spagna e ha scelto la comunità ticinese per il servizio divino odierno, con un incarico particolare, ossia la distribuzione della Santa Cena ai defunti.
La parola che ha fatto da base al servire era in Matteo 25, 40: «E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".» Riferendosi alla situazione mondiale attuale, l’apostolo ha più volte ricordato come far parte della Chiesa o credere in Gesù Cristo non sono garanzie di buona salute. Essere con il Cristo significa dimostrare l’amore che Lui ha dimostrato e vissuto. Gesù Cristo tornerà, non sappiamo quando, quindi ci prepariamo in ogni momento.
Chiamato a servire, il diacono della piccola comunità ha ricordato come far parte della Sposa di Cristo significhi essere pronti a presentarsi all’altare, non vogliamo ritardare la vestizione.
Il conducente della comunità ha potuto aggiungere come vogliamo parlare la lingua di Cristo, e poter collaborare al progetto divino.
Come anticipato, dopo l’eucarestia l’apostolo ha potuto celebrare la stessa con i defunti, tramite i due servi della comunità, che hanno preso l’ostia per le anime presenti. Un momento toccante, che ha dato modo di festeggiare un evento importante con l’apostolato vivente.